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Comunicati stampa

No allo scioglimento della Regione

Chiusi i lavori del Consiglio. Respinta la mozione n.6, in merito alla scissione di Moena dalla Val di Fassa. Approvata la mozione n.9: entro il 31 dicembre 2014 una soluzione per la sicurezza del Passo della Mendola. No allo scioglimento della Regione (Voto 1). Alle 14.30 riunione dei Capigruppo per esaminare la proposta di legge dell'Ufficio di Presidenza in tema di vitalizi

In apertura di seduta il Presidente del Consiglio regionale Diego Moltrer ha ricordato i consiglieri regionali Armando Paris, Achille Fruet e Anton Kiem, scomparsi recentemente. Ha poi comunicato il cambio di Capogruppo nel gruppo consiliare del Partito Democratico, presieduto ora dal Consigliere Alessio Manica, e nel gruppo Movimento 5 Stelle, presieduto da Filippo Degasperi.

Mozione n.6 - Moena

Primo punto all’ordine del giorno, la Mozione n. 6, presentata dai Consiglieri regionali Leitner, Mair, Tinkhauser, Stocker Sigmar, Blaas e Oberhofer, per incaricare la Giunta regionale ad effettuare, entro sei mesi, uno studio che permetta di conoscere il motivo per il quale Moena è stata inserita nel Comprensorio ladino di Fassa e di sapere perché e da chi sono state falsificate le cartine storiche, nonché per sollecitare la Giunta regionale ad intraprendere misure atte a rispettare la volontà della popolazione della Val di Fassa di vedersi riconosciuto un proprio Comprensorio senza Moena, la cui trattazione era stata interrotta al termine della scorsa seduta. Il testo è stato emendato nel dispositivo affinché la Giunta si attivi per indire un referendum tra la popolazione locale. Il consigliere Pius Leitner (F) ha chiesto, prima di passare alle dichiarazioni di voto, l’opinione della Giunta. L’Assessore Giuseppe Detomas ha quindi ribadito l’opinione contraria espressa nella scorsa seduta. Il Consigliere Leitner ha quindi dichiarato che “sarebbe giusto che la popolazione locale avesse il diritto di esprimersi in merito”. Ha quindi parlato della collaborazione con il Trentino: Anche se ne facciamo parte, noi non vogliamo la Regione, ma vogliamo una collaborazione con il Trentino. Non crediamo serva un terzo ente oltre alle due Province per questa collaborazione”. La consigliera Eva Klotz (STF) ha parlato a favore “dell’autodeterminazione in tutti gli ambiti” ed ha quindi dichiarato di essere d’accordo con il dispositivo. Il Consigliere Marino Simoni (PT) ha quindi dichiarato la propria contrarietà alla mozione e ha ricordato i passaggi storici che hanno portato Moena all’interno del Comprensorio. “Credo che oggi dobbiamo mettere un punto fermo. Non è questo il momento di dividere, ma quello di affrontare insieme le sfide”. Il Consigliere Mauro Gilmozzi (UPT) ha espresso parere contrario alla proposta: “Si basa su una ricostruzione storica che riconosce Moena come parte della Magnifica Comunità di Fiemme, di cui ancora oggi fa parte. Ma della Comunità - ha ricordato Gilmozzi - fa parte anche Trodena e a nessuno viene in mente di far rientrare anche Trodena nella Val di Fiemme”. “Credo vada rispettato il profilo istituzionale”. L’Assessore Detomas ha parlato di un problema che “non riguarda la popolazione, ma di alcune persone”. “Abbiamo la rilevazione statistica della popolazione ladina e di quanto la popolazione ladina si riconosca in questo gruppo. Frammentare una comunità, metterla in discussione significa attentare alla sopravvivenza di un piccolo gruppo linguistico”.  Filippo Degasperi (M5S) ha parlato a favore della mozione “non entro nel merito della mozione - ha detto - ma quando si parla di sentire cosa pensi la popolazione, il Movimento 5 Stelle non può che essere d’accordo”. Maurizio Fugatti (LN) ha detto che “pur d’accordo con il principio secondo il quale è necessario sentire l’opinione della popolazione, occorre prima valutare quante siano le persone che effettivamente interessate”. La mozione è stata respinta con 12 voti a favore, 1 astenuto e tutti gli altri contrari.

Mozione n.9 - Passo della Mendola

L’aula è quindi passata alla trattazione della Mozione n. 9, presentata dai Consiglieri regionali Fugatti, Civettini e Bezzi, per impegnare la Giunta regionale a intavolare un dialogo con i Presidenti delle Province di Trento e di Bolzano, al fine di arrivare ad una soluzione che renda immediatamente eseguibili i lavori di realizzazione della galleria paramassi lungo la SS 42 che collega il territorio dell’Alta Valle di Non con quello altoatesino.  Il consigliere Maurizio Fugatti (Lega Nord) ha presentato la mozione, parlando della “necessità da parte della Giunta di dare vita ad un tavolo di lavoro per l'esecuzione di una galleria paramassi che possa garantire un collegamento tra l’Alta Val di Non e l’Alto Adige”. Alessandro Urzì (Misto) ha espresso parere favorevole alla mozione, parlando di una necessità oggettiva. Per Dieter Steger (SVP) “la mozione è già in fase di attuazione e quindi risulta superflua. Non siamo contrari a questa mozione perché stiamo già attuando i punti qui contenuti”. Per Gianfranco Zanon (PT) “le cose non sono così positive”. Ha quindi ricordato una interrogazione che lui stesso aveva presentato in merito ed era stata respinta perché “non di competenza”. Ha quindi auspicato che il prossimo anno “non ci si ritrovi nella stessa situazione”. Il Consigliere Florian Mussner (SVP) ha quindi detto che “i lavori sono senz’altro necessari. La Giunta regionale ha messo in campo una lista delle priorità da realizzare e all’interno di questa lista, questa misura risulta essere al primo posto. Questo progetto è di assoluta priorità”. Il vicepresidente della Giunta regionale, Arno Kompatscher, ha ricordato come la sicurezza sia al primo posto e che i finanziamenti per questo progetto arriveranno nelle prossime settimane. “Dal punto di vista della Giunta regionale possiamo senz’altro dare il nostro appoggio a questa mozione”.

L’aula ha quindi approvato la mozione con 3 astenuti e tutti gli altri favorevoli

Voto n.1 - Scioglimento della Regione

Respinto il Voto n. 1, presentato ai sensi dell’articolo 35 dello Statuto di autonomia, dai Consiglieri regionali Leitner, Mair, Tinkhauser, Stocker Sigmar, Blaas e Oberhofer, affinché il Parlamento approvi l’abolizione della Regione Trentino-Alto Adige, trasferendo tutte le competenze alle Province autonome di Bolzano e Trento. Presentando la mozione, il Consigliere Leitner, ha voluto ricordare come la Regione sia stata depotenziata nel tempo ed ha chiesto come mai anche competenza delle indennità dei Consiglieri non sia demandata alle Province, “poichè dal 2003 siamo eletti come Consiglieri provinciali”. “Se questa materia fosse disciplinata dalle Province, allora sarebbe più vicina alle esigenze della popolazione”. “Il nostro obiettivo è quello di uno Stato federale e anche per questo è importante la separazione. In breve tempo potremmo arrivare a due Regioni autonome”.  Sven Knoll (STF)  ha detto che “il Consiglio regionale è così importante che alcuni consiglieri non si leggono nemmeno l’ordine del Giorno”. “Mi chiedo - ha proseguito - quale sia l’importanza di questo Consiglio regionale”. “Io credo che dovremmo riflettere se la collaborazione tra Trentino e Alto Adige non sia ostacolata proprio da questo. Dovremmo trasferire tutte le competenze e se le Province potessero discutere gli argomenti di interesse comune al di fuori di quest’aula, allora sarebbe una attività più utile per tutto il Tirolo”.

“La Südtiroler Volkspartei si è sempre battuta perchè le competenze passino alle Province - ha detto Dieter Steger (SVP) - Ma crediamo che la Regione sia una piattaforma per la collaborazione”. “Così come il GECT, la collaborazione è fondamentale”. Riferendosi agli ambiti economici e alla sanità in particolare, ha quindi detto che “Le realtà piccole devono presentarsi unite, collaborando attivamente per garantire standard di qualità e per sopravvivere dal punto di vista economico”. “Quando si tratta di apportare delle modifiche costituzionali, noi vorremmo una Convenzione sull’autonomia. All’interno di questa Convenzione discuteremo anche della necessità di modificare lo Statuto, ma lo faremo all’interno di un organo ufficiale”.

Diego Mosna (PT) ha parlato della necessità di avviare un “discorso alto sul futuro della Regione”. “La Regione deve essere rilanciata come abito istituzionale in cui prendono forma scelte strategiche”. Per il Consigliere Mosna, “non è pensabile pensare la sopravvivenza della Regione come tavolo di lavoro politico. La Regione è il quadro di riferimento che garantisce l’Autonomia alle due Province”. Ha quindi rivolto l’attenzione alla maggioranza trentina, in particolare PD e PATT, chiedendo chiarezza. Paul Köllensberger (M5S) ha parlato della “Convenzione per l’Autonomia come unico luogo dove parlare della riforma costituzionale. In seguito - ha detto - dovrebbe essere la popolazione a decidere“. Per Alessandro Urzì (Misto) “lo scioglimento della Regione dovrebbe essere l’atteggiamento coerente di quei partiti - ha detto riferendosi alla maggioranza - che negli ultimi quindici anni hanno depotenziato nel tempo la Regione”. “L’interesse al mantenimento della Regione c’è da parte delle stesse forze politiche che l’hanno smantellata: c’è interesse in Trentino per mantenere la propria autonomia, c’è interesse a Bolzano per fare i fatti propri”. “Bisogna decidersi su cosa si vuole. La Convenzione è uno dei progetti voluto dalla Giunta provinciale di Bolzano: se fosse stata fatta seriamente sarebbe stata fatta a livello regionale e non provinciale”.

Per Hans Heiss (VGV) “La regione in forma attuale non è più sostenibile.  I Freiheitlichen - ha detto - hanno in un certo senso ragione quando dicono che così la Regione non può funzionare”. Ha quindi espresso voto contrario al dispositivo: “Questa proposta radicale non può essere accolta perché rappresenta la morte della Regione”. “Dovremmo creare un organo che abbia nuove competenze: tutto questo potrà essere deciso all’interno di una convenzione regionale, composta di esperti tra i consiglieri e tra i membri della popolazione”. “Noi siamo  dell’avviso che questa Regione debba essere il nocciolo all’interno della macroregione europea”. D’accordo con Heiss il capogruppo del PATT, Lorenzo Baratter “Andare a dividersi in questo momento significa rendere più debole l’Autonomia dei due territori”. “Sembra che il Trentino questa autonomia ce l’abbia per merito di altri: il Trentino ha mille anni di esperienza di autonomia e l’ha portata in questo Consiglio”. Rispondendo al Consigliere Knoll, ha detto che “noi non saremo  quelli che si opporranno all’aumentare le competenze a questo Consiglio". “Noi manifestiamo la disponibilità a lavorare di più insieme. “ Di fronte ad un mal di testa - ha concluso - si cerca di curarlo, non si usa la ghigliottina”.

Per Donata Borgonovo Re (PD) “il Consigliere Baratter ha raffigurato il nostro interrogativo: abbiamo un problema, e allora questo si risolve tagliando , o piuttosto questa non è l’occasione per ripensare insieme  quei percorsi intrapresi?”. “Vediamo quanto sia faticoso adesso fare i conti per le due Province on un sistema che si sta trasformando”. “Ci troviamo di fronte a problematiche che non possono essere affrontate con la logica delle Piccole Patrie. Occorre ragionare per dare nuovi contenuti a questa Regione”.  “Ascoltare gli interventi dei colleghi del PD, UPT e PATT a difesa della Regione - ha detto  Maurizio Fugatti (LN) - è quasi stucchevole. E’ come sentire il boia che parla in modo compassionevole della vittima”. “La responsabilità politica dello svuotamento della Regione appartiene proprio a quei partiti che hanno fatto accordi con l’SVP in questa direzione”.

Anche Silvano Grisenti (PT) ha espresso parere contrario alla mozione: “In questa sede - ha detto - abbiamo assistito  ad una farsa. Se la Regione è questo  è per colpa di chi ha affossato questa Istitutzione: il Presidente Durnwalder ed il Presidente Dellai. Da una parte pronunciavano una cosa, nei fatti ne facevano un’altra”. “Dobbiamo lavorare affinché vi sia un luogo dove trentini e altoatesini possano lavorare insieme”.

Nella replica, il Presidente Ugo Rossi  ha  ricordato  "quanto di positivo il nostro stare insieme abbia portato. Nella nostra Regione esistono minoranze linguistiche presenti anche nel territorio della Provincia di Trento, ma a prescindere dalle minoranze linguistiche l’autonomia si fonda anche sul fatto che questa  è stata richiesta con forza anche dai cittadini di lingua italiana già nel 1945. In Trentino esisteva un popolo che avendo sperimentato l’autogoverno e l’autonomia l’ha chiesta con forza e l’ha ottenuta in virtù della capacità di  meritarla nella storia”.  Ha ricordato quindi gli ambiti dove l'organo regionale ha competenza e l'importanza che essi rivestono: “La previdenza integrativa è uno di quei servizi che vengono gestiti su base regionale, così come altre sfide che abbiamo davanti, come quella dei fondi sanitari integrativi. Ha quindi parlato della necessità di riformare la Regione: "va rivista in una logica di amministrazione, ma la sfida più importante è quella di saper camminare insieme in due direzioni: nei confronti dello Stato italiano, all’interno di un unico Statuto che possa difendere entrambi i territori ma che possa essere anche voce comune". "L'altra - ha spiegato -  è quella europea, nel quale certamente non abbiamo interesse a presentarci dfivisi, non abbiamo interesse a farlo in maniera slegata dal nostro riferimento naturale, che è il Tirolo del Nord e non abbiamo interesse a presentarci in maniera disunita rispetto ad altri contesti che si stanno formando anche in questo momento, come quello delle macroregioni alpine"."In questo assetto - ha concluso - in questa fase storica, la Giunta regionale intende avviare un processo di semplificazione amministrativa, per evitare doppioni con le due province e far funzionare meglio l'Ente, ma non sacrifichiamo sull’altare del risparmio dei costi secoli di storia".

Nella replica Pius Leitner ha ricordato come nei rapporti con Roma i due Presidenti vadano in qualità di Presidenti delle Province e non come Presidente della Regione e Vicepresidente. “Mi chiedo - ha detto - come vogliamo mantenere le nostre competenze di fronte ai fondi che Roma ci prende. Sono le Province che portano avanti le trattative con Roma e non si capisce quale sia l’utilità della Regione. Forse sarebbe meglio fare una fine un po’ violenta, piuttosto che una violenza senza fine”.  In dichiarazione di voto, Alessandro Urzì ha criticato la posizione della Giunta: “Si interviene per risparmiare, tagliare, contenere. Ma non si parla di costruire”. “La Giunta regionale - ha chiesto - è nella posizione politica di impegnarsi per una Convenzione dell’Autonomia a livello Regionale?”.

  

Rodolfo Borga (ACT) ha accusato la maggioranza di essere solo concentranta sul mantenimento del potere e di non avere una visione per questa Regione. "A questo proposito - ha concluso - i Freiheitlichen hanno ragione con la loro proposta. Chi si trova in questa Regione, che dovrebbe essere preoccupati per il proprio futuro".

I" Freiheitlichen - ha concluso il capogruppo, Walter Blaas - se necessario porteranno ancora e ancora questa proposta. I due territori hanno differenti sistemi e condizioni e ci sono troppo poche somiglianze perché stiano insieme". Il voto ha visto la mozione respinta con 8 voti a favore e tutti gli altri contrari.