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Comunicati stampa

Diego Moltrer a Richetti: "L'Autonomia non si cancella"

Il Presidente del Consiglio regionale risponde alle affermazioni di Matteo Richetti sul programma che avrebbe condiviso con Renzi che prevede la cancellazione delle Autonomie speciali

"Le affermazioni di Matteo Richetti, pubblicate sul sito di un quotidiano nazionale, fanno pensare e riflettere. L'Autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol è da sempre sotto la lente dei diversi governi che si succedono a Roma, ma le dichiarazioni dell'ex braccio destro di Matteo Renzi non possono non destare preoccupazione".  Così il Presidente del Consiglio regionale, Diego Moltrer, non appena letta l'intervista in cui Matteo Richetti, parlamentare emiliano eletto nelle fila del Partito Democratico, parla del progetto che avrebbe condiviso con il premier Matteo Renzi che vorrebbe un'Italia fatta di sole dieci Regioni, con la cancellazione delle Autonomie speciali. "Mi chiedo se il signor Richetti conosca l'Autonomia. La lungimiranza virtuosa dei Padri costituenti andrebbe onorata e non screditata, con buona pace di chi intende modificare la Carta su spinte contingenti. Se posso in parte concordare sul fatto che l'Italia necessiti di essere "sganasciata", come sostiene l'onorevole Richetti, che per altro siede nella Commissione affari costituzionali, penso che dovrebbe fare un approfondimento storico in merito alle Autonomie speciali: si deve pensare di innalzare ad un livello più alto le realtà che oggi necessitano di essere ristrutturate, piuttosto che livellare al basso anche quelle che funzionano. Noi ci opporremo sempre a chi vuole cancellare un diritto acquisito dalla storia e riconosciuto da trattati internazionali, ed in merito lo invito a leggere  il pensiero del professor Gaetano Silvestri che, in qualità di Presidente della Corte Costituzionale, nel maggio scorso a Trieste, durante le celebrazioni del 50^ anniversario dell'Autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia, ha tenuto in merito un intervento illuminante. Lo stesso Silvestri, parlando della necessaria imparzialità della Corte Costituzionale, scrisse: "Non è ancora facile per molti ammettere che vi sia chi può e deve dire no, se necessario, al comando del sovrano»".