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Comunicati stampa

Dibattito in corso sulla rappresentanza di genere nelle Camere di Commercio

Rigettata la fusione, in base all´esito dei referendum, per alcuni comuni della Val di Non e del Chiese. Parere negativo all´annessione di Voltago Agortino alla Regione. I lavori riprendono alle ore 15.00

Nella seduta odierna del Consiglio regionale, i primi punti all’ordine del giorno sono stati la Proposta di delibera n.13: “Rigetto della domanda di istituzione del nuovo Comune di Alta Aunaunia” e la Proposta di delibera n.14: “Rigetto della domanda di istituzione del nuovo Comune di Borgo Chiese”. Entrambe le proposte di fusione, non avendo raggiunto il quorum richiesto nel referendum, sono state rigettate, a norma di legge, dal Consiglio regionale.

Walter Kaswalder (PATT): “Dispiace che questa fusione non sia andata in porto, perché il Comune piú piccolo, quello di Malosco, ha vanificato il percorso di cinque comuni che a stragrande maggioranza avevano votato per la fusione”. Ha quindi chiesto che sia modificata la legge regionale perché “se in un comune non passa un referendum, gli altri possano andare comunque a fusione”.

Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina) ha detto che “la materia é delicata”. “C´é una evidente forzatura”. “É una evidente contraddizione in termini". "Il numero dei Comuni trentini é un falso problema”. “Proprio tenendo conto della ratio della normativa, queste scelte sono in netto contrasto: ci sono studi che indicano che i numeri sono molto piú bassi per il funzionamento dei servizi. Sono a favore delle fusioni, ma non delle forzature”.

Giacome Bezzi (Forza Italia-Lega Nord) ha invece sostenuto quanto detto dal consigliere Kaswalder ed ha dichiarato “che occorre accelerare sui progetti di fusione perché in Trentino ci sono il doppio dei Comuni dell´Alto Adige”

L´assessore Josef Noggler ha dichiarato la disponibilitá a modificare, al momento opportuno, la legge.

Il Consiglio ha quindi accettato il rigetto delle fusioni. 

 

Annessione di Voltago Agordino

Terzo punto all’ordine del giorno, la Proposta di delibera n.15: “espressione del parere richiesto, ai sensi del secondo comma dell’articolo 132 della Costituzione, per la presentazione di un disegno di legge costituzionale da parte del Ministro per l’Interno, per il distacco del Comune di Voltago Agordino dalla Regione Veneto e sua aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, in seguito all´accoglimento della relativa proposta sottoposta a referendum.

Dopo la presentazione del testo e la lettura della relazione da parte del Presidente della I Commissione, Walter Kaswalter, ha preso parola il Consigliere Alessandro Urzíì (gruppo misto) che ha criticato il criterio storico per valutare la possibilitá di annettere un comune che ne fa richiesta. “ non si puó piú considereare il vecchio Tirolo come fondamento, ma solo valori e prospettive, e questi solo dovrebbero influenzare una decisione”. Ha annunciato il suo rifiuto del parere negativo.

Maurizio Fugatti (Lega Nord) ha parlato in favore di annessione, ma per motivi diversi Urzì. Ha quindi parlato degli attacchi del governo centrale contro l'autonomia fiscale: “Dovremmo tenere ili 90-80% dei contributi e probabilmente questa quota scenderà al 70 per cento”. Fugatti ha criticato la contraddizioni della maggioranza “in questo gioco romano”. “Con l'annessione dei comuni è possibile inviare lo Stato  un segnale, con le comunità che fuggono”.

Filippo De Gasperi (Movimento 5 Stelle) ha parlato in favore dell´ annessione. “Gli argomenti contro l´annessione sono infondate. Il rifiuto costante porta solo a più invidia e attacchi contro l'autonomia”. “Il Governo sta costantemente tentando di minare l'autonomia”. “Come contromisura - ha detto - si dovrebbe sostenere la volontà di essere autonomi di altri”.

Lorenzo Baratter (PATT) ha detto di  comprendere il desiderio delle comunità vicine, che sono in una situazione economica difficile. Ma il suo partito “é contro l'annessione delle comunità che non hanno alcun rapporto storico con noi”. “La solidarietà con le Comunità vicine non puó essere in una annessione”.

“In questo caso, dovrebbe essere respinta la richiesta di annessione”, ha detto Andreas Pöder (Bürger Union-Team Autonomie), “come se si trattasse di "rifugiati economici".  Ha quindi invitato la maggioranza a non nascondere i pericoli che rappresentati dal nuovo art. 117 della Costituzione, “che conferisce allo Stato la possibilitá di intervenire in qualsiasi momento nella legislazione regionale”.

Il Presidente Ugo Rossi ha espresso il parere della Giunta regionale: “Dal punto di vista Costituzionale e statutario i fondamenti della nostra Autonomia si basano su un preciso territorio. In funzione della tutela di quel principio la Giunta regionale, non puó che dare parere negativo. Ogni modifica del territorio deve rispondere a quel quadro storico. Per tutti i comuni che appartenevano al Tirolo storico il rischio non sussiste”. “L´orientamento politico é quello di affermare con forza che é un sacrosanto diritto delle popolazioni che vivono in territori di montagna reclamare il diritto alla maggiore autonomia e come Giunta regionale é nostra intenzione appoggiare questo diritto. Lo abbiamo fatto in conferenza della Regioni e ci siamo impegnati a sollecitare anche le Regioni a Statuto ordinario affinché possano chiedere allo Stato funzioni e competenze in determinate materie”. Ha quindi ricordato che giá con la legge Costituzionale del 2001 era data facoltá alle Regioni a statuto ordinaria di chiedere  maggiori forme di autonomia, in particolare  a tutela delle zone di montagna.

Il Consigliere Berhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che “nulla dura per sempre, ed anche gli stati nazionali, un´invenzione napoleonica, non dureranno per sempre”. “Siamo dell´avviso che per la nostra Regione sia interessante che si aggreghino quei comuni che facevano parte del Tirolo storico”.

La proposta di delibera, che esprime parere negativo all´annessione, é stata quindi accolta con 46 voti a favore, 6 contrari e 3 astenuti.

 

Camere di Commercio

L´aula ha quindi affrontato in discussione congiunta il disegno di legge n.19 ed il disegno di legge n.20, in materia di rappresentanza di genere nelle Camere di Commercio di Trento e Bolzano.

Ad aprire la discussione generale, la consigliera Manuela Bottamedi (PATT) che ha invitato a non confondere il testo di legge con quello delle “quote rosa”: “Stiamo parlando di un mondo che non é la politica, ma l´economia”. “Le donne si sono fatte spazio, anche a fatica, nel mondo dell´impreditoria trentina. Queste donne non sono mai riuscite a farsi spazio nella Giunta camerale, perché le nomine rispondono a logiche non di merito. Con questa legge possiamo far entrare nell´organo di governo delle Camere la rappresentanza femminile”. “Con questa legge possiamo fornire un supporto di maggiore qualitá alle aziende trentine”. Ha quindi ricordato la genesi del disegno di legge, nato dall´unione di due testi che hanno trovato comunitá d´intenti.

Brigitte Foppa (Verdi) ha ricordato una propria esperienza nella Camera di Commercio dove sono stati invitati tutti i rappresentanti di categoria ed erano solo uomini, di fronte ad una platea femminile: “Quei team che nelle aziende sono misti sono migliori. Ci sono marker economici che testimoniano come dove ci sono dirigenze miste, dove ci sono team misti, le aziende funzionano meglio. Non é una legge per le donne, ma per portare un miglioramento”.

Lucia Maestri (Partito Democratico) ha parlato di sempre maggiori “spiccate competenze femminili”. “Non c´é una sufficiente rappresentanza femminile nei consigli e nelle Giunte camerali. La legge nasce dall´analisi di una situazione oggettiva”. Ha quindi ringraziato l´SVP per gli emendamenti presentati. Per la consigliera Maestri si tratta di una legge “sulle competenze”. Si tratta di portare negli organi di governo delle camere di commercio le competenze femminili, alla luce del contributo che le donne danno nel mondo dell´imprenditoria regionale. “Le donne sanno dare, possono dare e devono dare un contributo in piú. Auspichiamo che questa legge possa stimolare le associazioni ad una maggiore rappresentanza femminile”.

Andreas Pöder (BU-TA) si é dichiarato favorevole al disegno di legge, cosí come approvato dalla Commissione: “É giusto che nelle Camere di Commercio vi sia la rappresentanza di genere, perché nel nostro territorio non operano solo imprenditori, ma anche imprenditrici”.

Per Claudio Civettini (ACT) “si deve rispettare l´autonomia delle Camere di Commercio”. “Io credo che questo non aiuti la Camera di Commercio a svolgere il proprio ruolo. É solo una questione politica per dire che abbiamo portato in porto non le quote rosa, ma l´obbligo per le Camere di Commercio”. “Dobbiamo mettere la donna nelle condizioni di essere presenti nel sociale”. “Dobbiamo lavorare per creare e gestire le condizioni perché i componenti della famiglia possano svolgere i ruoli sociali, cosa che ora non c´é”. Ha quindi parlato della difficoltá di trovare donne per le liste per le elezioni comunali.

Rodolfo Borga (ACT) ha parlato, riferendosi a quanto accaduto nel Consiglio provinciale trentino, del concetto di genere ed ha invitato i proponenti del disegno di legge a rispettare il concetto di genere: “Siamo ancora una volta - ha detto - a discutere di categorie trite, obsolete, conservatrici, direi reazionarie, ovvero uomini e donne”. “É molto piú semplice fare delle leggi che rispondono a determinate lobby, piuttosto che affrontare quei problemi che impediscono davvero la partecipazione”. “”Ci sono professioni dove vi é una prevalenza femminile, penso agli avvocati, alla magistratura ed altre carriere, dove non c´é bisogno delle vostre leggine”. Riferendosi agli emendamenti, ha detto che: “C´é il gioco delle parti in maggioranza, dove c´é una parte che va in una direzione ed un´altra parte della maggioranza che va in un´altra”. “Fateci sapere cosa volete fare”. “Sono decisioni che non possono che competere che alle libere associazioni di cittadini”.

La seduta é stata sospesa e riprenderá alle ore 15.00.