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Comunicati stampa

Approvato il disegno di legge n.61 sull´armonizzazione dei sistemi contabili.

Chiusa la seduta odierna del Consiglio regionale. Iniziata la discussione sul disegno di legge n.26 per l´Autodeterminazione del Trentino-Alto Adige/Südtirol

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con l’esame dell’articolato del disegno di legge n.61: "Modifiche alla legge regionale 15 luglio 2009, n. 3 "norme in materia di bilancio e contabilità della regione" e successive modificazioni (legge regionale di contabilità) e altre disposizioni di adeguamento dell'ordinamento regionale alle norme in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio recate dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118", che introduce le disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio. Il testo è stato modificato da due emendamenti di natura tecnica. La votazione in aula ha visto tutti gli articoli approvati.

In dichiarazione di voto, il consigliere Rodolfo Borga (ACT) ha rilevato come ancora una volta il numero legale potesse essere a rischio e ha chiesto se alla maggioranza interessasse approvarlo.  L’esito finale è stato di 36 voti a favore, nessun contrario e 21 astenuti.

Prima di procede al punto numero 3, il Consiglio è stato sospeso per una riunione dei capigruppo per circa 20 minuti. I lavori sono quindi ripresi con la trattazione del          Disegno di legge n. 26: Autodeterminazione del Trentino-Alto Adige/Südtirol, presentato dal Consigliere regionale Maurizio Fugatti (LN-FI). Dopo la lettura della relazione da parte del Presidente della I Commissione, Walter Kaswalder, il proponente ha illustrato la proposta: “Il tema è sicuramente attuale, visto quanto successo del referendum in Catalogna e quanto avvenuto con le elezioni in Scozia”. Ha quindi fatto riferimento a Lombardia e Veneto, dove vi sono movimenti che chiedono maggiore autonomia. Ripercorrendo i passaggi che, secondo il consigliere della Lega Nord, hanno ridotto l’autonomia finanziaria della Regione e delle due Province, ha quindi fatto riferimento al meccanismo dell’Intesa, criticando la mancanza di passaggio in aula per gli accordi con Roma. “Il Pd ha introdotto il concetto della Macroregione del nord-est, togliendo di fatto l’Autonomia al Trentino-Alto Adige. Il modello di Statuto speciale è qualcosa che gli altri devono emulare, non siamo noi a doverci omologare. Questo disegno di legge non chiede l’autodeterminazione, ma chiede un referendum. Non dobbiamo aver paura di chiedere ai cittadini cosa pensano”. “Credo - ha detto - che questo disegno di legge possa essere una pistola fumante sul tavolo di chi chiede l’abolizione delle Autonomie”. Alessandro Urzì (Misto) ha quindi parlato della necessitä di “riflettere su una contingenza”: “Ritengo che in questo momento vi sia una “calma apparente” che prepara a momenti non facili da affrontare. Sono convinto che la riforma istituzionale presentata da questo Governo abbia molti punti dubbi”. Pur concordando sulla premessa, ha detto di “non concordare sulle conseguenze”. Ha quindi rilevato il costo dell´operazione, stimato in 4 milioni di euro. “C´é qualche incongruenza, quando si cita la sentenza della Corte Costituzionale, che richiama si il concetto dell´autodeterminazione, ma per quanto riguarda il distacco di un comune veneto per entrare in Friuli Venezia Giulia, che non centra nulla con la richiesta di autodeterminazione di una porzione di territorio nazionale. Ha quindi fatto riferimento alla diversa realtá di Scozia e Catalogna. “Bisogna difendere l´Autonomia, non superarla”. “Piuttosto torniamo a dare un ruolo all´assemblea regionale, perché é da qui che si giustifica anche l´autonomia delle due Province”.

Alle ore 18.00, su richiesta del Consigliere Pius Leitner, dopo il voto dell´aula, la Presidente Chiara Avanzo ha quindi chiuso la sessione di lavori. Il Consiglio tornerá a riunirsi il prossimo 9 dicembre.