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Comunicati stampa

Riforma dello Statuto e ruolo della Regione

In aula la mozione sul raccordo tra la Convenzione di Bolzano e la Consulta di Trento per la proposta di modifica dello Statuto d'Autonomia. Ad inizio seduta si è parlato brevemente della situazione politica trentina

Primo punto all’ordine del giorno mozione n.34  “Misure di coordinamento con i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano ai fini della revisione dello Statuto speciale di autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol”, la cui trattazione era stata sospesa, in cerca di un accordo, nella scorsa seduta.

Prima dell’inizio della trattazione dei temi previsti, il Consigliere Maurizio Fugatti (Lega Nord), ha chiesto chiarimenti al Presidente Rossi sulle parole riportate dai giornali locali, in cui il Presidente stesso avrebbe parlato di “complotti”. “Riteniamo - ha detto Fugatti - che se il Presidente ha notizie su questo ipotetico complotto, deve parlarne”. “Parlare di complotto in Trentino è irriguardoso nei confronti dei trentini”. “Noi siamo per la presunzione d’innocenza, ma c’è una presunzione politica di come il Partito del Presidente Rossi ha gestito e sta gestendo alcune situazioni”.  Ha quindi chiesto chiarimenti anche su quanto sta avvenendo all’interno del partito del Presidente.

Anche Walter Blaas (Freiheitlichen) ha chiesto un chiarimento in merito alle dichiarazioni del Presidente Rossi: “Noi tutti sappiamo che gli organi di stampa non riportano sempre in modo oggettivo e per questo chiediamo un chiarimento in merito a quanto successo per poter rispondere ai cittadini”.

Il Presidente Ugo Rossi ha quindi preso parola per chiedere una riunione con i consiglieri firmatari della mozione per confrontarsi sull’emendamento alla mozione 34. Ha quindi chiarito di non aver rilasciato alcuna intervista: “Non ho rilasciato alcuna intervista ai giornali e quindi non saprei come rispondere al Consigliere Fugatti non avendo io fatto alcuna dichiarazione”. Al Consigliere Blaas ha risposto spiegando che “avendo appreso dell’inchiesta su una gara di appalto in cui è coinvolta una società alla quale partecipa un mio parente, ho ritenuto doveroso darne comunicazione”. Ha spiegato che al momento non ci sono accuse, ma si tratta di una  verifica della legittimità. “Qualora dovesse emergere qualcosa, ne darò immediatamente comunicazione così come ho fatto”.

Alessandro Urzì (Misto) ha chiesto una riunione dei Capigruppo. “Per quanto riguarda la cornice in cui ci troviamo ad operare, non nascondo un certo imbarazzo. Quello di chi si trova in Consiglio regionale dove c’è una maggioranza che deve confrontarsi su questioni fondamentali per il Consiglio regionale e ci domandiamo quanto sia ancora maggioranza”. Questo non è un tribunale, ma un luogo in cui dobbiamo difendere l’onorabilità della politica”.

I lavori sono stati quindi sospesi per concedere la riunione dei firmatari prima e dei capigruppo poi.

Al ritorno in aula il Presidente Rossi ha relazionato sulla mozione: “Si tratta di trovare le modalità, dentro il percorso di revisione statutatia, che è unico, in quanto c’è un solo Statuto e l’organo preposto è il Consiglio regionale”. “E’ necessario, alla partenza dei lavori dei due organi che i due Consigli provinciali hanno individuato, confrontandosi con le realtà di riferimento, coordinare il lavoro. Questo lavoro, già di per sè complicato, deve fare in modo che il Consiglio regionale abbia le informazioni per potersi attivare in coordinamento, per evitare che vi siano troppe divergenze”. “E’ previsto che i due organi lavorino separatamente, ma è razionale che vi siano delle modalità coordinamento. La mozione dà mandato alla Presidenza del Consiglio regionale di trovare gli strumenti per il coordinamento”. “Si tratta di trovare una proposta che sia il più possibile unitaria, all’interno dell’unicità del quadro statutario, ma dentro questo quadro è previsto che le due Province lavorino individualmente”. “Abbiamo cercato di migliorare ulteriormente il testo”. Ha quindi ringraziato il Consigliere Alessandro Urzì per la proposta emendamentiva.

Per il Consigliere Andreas Poder non si dovrebbe parlare dello Statuto insieme ai Trentini. Ha chiesto perchè è necessario fare un passo politico, “quando l’articolo 103 prevede già che in Consiglio regionale si possano fare emendamenti e interventi legislativi”. “Non posso accettare quanto contenuto nella mozione”, ha detto rivolgendosi alla SVP. “Nelle premesse sono contenuti dei temi come la Regione Trentino-Alto Adige, che i sudtirolesi non hanno mai voluto”. “Non potete nelle premesse dare una interpretazione nuova di questa autonomia”. Ha quindi fatto riferimento agli accordi con Roma: “A partire dal Governo Monti c’è una violazione dell’Autonomia. Diamo a Roma più del 90per cento previsto dallo Statuto”. “Se noi vogliamo ampliare la nostra Autonomia, non è tollerabile che questa debba essere discussa insieme ai Trentini. Questa non è la via da seguire, in quanto non corrisponde a quello che hanno portato avanti le trattative”. “Con questa mozione si trasforma il “Loss von Trient” in evviva Trento”.

“Anche se il testo è stato emendato, siamo convinti che qui si sta facendo un passo indietro” - ha detto Walter Blass (F)- “Qui si sta facendo un passo indietro, perchè si rivaluta il Consiglio regionale”. “E’ evidente che i risultati tra Trento e Bolzano saranno diversi e questo è un tentativo di annacquare tutto, per creare un testo che sarà un minestrone che va bene a tutti”.

Berhard Zimmerhofer (Sud-Tiroler Freiheit) ha criticato le premesse, parlando del fatto che viene violata la storia dell’Alto Adige.

Alessandro Urzì (Misto) ha quindi parlato dell’emendamento, parlando del fatto che il collegio dei Capigruppo sia l’organo che meglio rappresenta le sensibilità sul territorio. Ha quindi chiesto di modificare il testo dove si parla di conflittualità con lo Stato ed ha annunciato un ulteriore emendamento. Parlando dello Statuto ha detto che “non è possibile restaurare le competenze della Regione. Non si tratta di questo e anche il processo di riforma non andrà in questo senso. Ma si tratta di riconoscere un ruolo storico e morale al Consiglio regionale come luogo di confronto”. Ha quindi parlato del tema dell’ “interesse”: “Se il tema politico è ristretto al tema della convenienza, anche sotto il profilo economico, allora si svilisce il dibattito”. “Non è giusto che si affronti il tema della sopravvivenza della Regione, con il problema della sopravvivenza dell’Autonomia del Trentino. Ma occorre ribadire il ruolo della Regione come luogo di collaborazione”. Parlando della mozione, ha detto che “il primo momento di sintesi vero sarà in Consiglio regionale. E qui si vedrà se esiste una visione comune, o se c’è la volontà di chiudersi nei propri recinti”. “La Regione deve essere la garanzia della volontà di convivenza”.

Hans Heiss (Verdi) ha detto che la premessa ripercorre il percorso storico. “Questa mozione si tratta di un coordinamento necessario per le due leggi provinciali”. Ha ricordato il percorso della Convenzione a Bolzano e ha detto che negli open space previsti dalla Convenzione di Bolzano si è animato un dibattito molto costruttivo. “L’Autonomia a Bolzano ha delle carenze dal punto di vista della partecipazione pubblica, con contrattazioni dietro le quinte, spesso segrete, e vissute poco dalla popolazione. Speriamo che la Convenzione sia l’occasione per immaginare il futuro tra tutti i gruppi linguistici. Vogliamo che l’Autonomia sia uno sviluppo delle norme di attuazione o vogliamo che sia vissuta dalla popolazione? Questo deve essere il principio di base”. “Occorre formare una base democratica che si basa sulla partecipazione dei cittadini”.

“La Regione ha un solo compito, ovvero quello di garantire la sopravvivenza dello Stato all’interno della Regione” ha detto Sven Knoll (STF). Ha messo in dubbio il ruolo del Consiglio, sostenendo che sono i Consigli provinciali a dover fare le proposte semmai.

Anche per Roland Tinkhauser (F) si tratta di una mozione che “vuole fare condizionare la Convenzione ai trentini”. “Dobbiamo dire ai 33 rappresentanti nella Convenzione che il loro lavoro rischia di essere condizionato dai Trentini”. Posizione ribadita anche da Pius Leitner che ha parlato di “ipocrisia” da parte della SVP: “Prima delle elezioni avete detto che la Regione andava sciolta, ora dite che la Regione va rivitalizzata. Devo prendere atto che la popolazione si è addormentata perchè non sento grida da parte della popolazione che chiede che la Regione venga sciolta. Ma continuerò a lavorare per far sciogliere questa Regione”.

Donata Borgonovo Re (Partito Democratito) ha detto che si augura “che riusciremo a condividere un pensiero sincero, nel rispetto delle visioni diverse”. “Credo che dobbiamo misurarci con una respondabilità collettiva che emerge anche dalle posizioni dei colleghi”. “Credo che la mozione non abbia alcuna intenzione ingannativa nei confronti dei cittadini. Tutti noi siamo consapevoli che entrambe le leggi prevedono una norma di consultazione reciproca dei due organismi, in una dimensione che è quella regionale”. “La formulazione delle proposte, nella dimensione regionale, consente di vedere quello che sta succendendo all’interno dei due percorsi provinciali e consente quindi una armonizzazione”. “Se questi due percorsi restano paralleli, senza momenti di incontro, allora sì che inganneremmo i nostri cittadini, illudendoli che questi percorsi possano procedere senza un confronto”. “La mozione pone a noi la responsabilità di non far andare perduto il lavoro sui territori”.

Dieter Steger (SVP) ha rilevato i due punti principali della mozione: “un coordinamento tra i due consigli permette di esplorare la possibilità di una proposta comune di riforma”. “Il Primo Statuto fu una forzatura, il secondo è stato scritto da politici. Il terzo dovrebbe essere formulato in modo aperto e trasparente e con un'ampia partecipazione”.  “Si dovrà trovare un nuovo ruolo alla Regione, ma il nostro obiettivo è quello di trasferire sempre più le competenze alle due Province. Questo lo sanno anche i colleghi del Trentino”. “L’SVP ha dimostrato in 70 anni di avere responsabilità di governo”.

Per Marino Simoni (Progetto Trentino) si deve partire dal fatto che esiste uno Statuto. "In un momento in cui vengono erette barriere ai confini, occorre lavorare insieme", ha detto, parlando della necessaria sinergia tra Trento e Bolzano e del ruolo della Regione come luogo di collaborazione e confronto.

I lavori sono stati sospesi e riprenderanno alle ore 15.00