Comunicati stampa
Iniziato l’esame della legge di riforma costituzionale sullo Statuto
Il Consiglio regionale è riunito oggi a Trento in seduta plenaria. La riunione si è aperta con la discussione della Proposta di deliberazione Nr. 12: Approvazione del rendiconto del Consiglio Regionale per l’esercizio finanziario 2024 (presentata dalla Presidenza su proposta del Presidente del Consiglio Regionale). L’esercizio finanziario 2024 si è chiuso con entrate complessive accertate nella contabilità di competenza pari a 52.276.898,07 euro (inclusivo dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione dell’esercizio finanziario precedente per un importo di 9.132.060,98 euro e del fondo vincolato pluriennale per un importo di 220.217,29 euro) e con uscite complessive vincolate pari a 43.664.021,22 euro (comprensivo del fondo vincolato pluriennale per un importo di 246.077,59 euro), con un avanzo di competenza pari a 8.612.876,85 euro. Il documento contabile è stato approvato con 31 voti positivi, 4 no e 21 astenuti.
Il punto successivo discusso dall’Aula è stata la Proposta di deliberazione Nr. 13: : Parere sul disegno di legge costituzionale “Modifiche allo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol” (su iniziativa del Governo), previa valutazione positiva già avvenuta da parte della 3ª Commissione legislativa. Parere che arriva dopo l’approvazione già avuta nei consigli provinciali di Trento e di Bolzano. Il presidente della Regione Arno Kompatscher ha detto che dopo i dibattiti già avvenuto nei due Consigli ed in Regione va ribadito quale fosse lo scopo di questo disegno di legge. Si è lavorato in un ambito ben preciso, sulle conseguenze avvenute dopo la riforma del Titolo V della Costituzione con una lunga serie di ricorsi dello Stato nei confronti delle Autonomie. Noi abbiamo lavorato anche per ripristinare le competenze che in questi anni si erano perse. La trattativa non ci ha permesso di ottenere tutto quello che ci eravamo prefissati, ma si trattava appunto di una trattativa. Le nuove norme di attuazione ci permettono ora di avere una funzione precisa e ben specificata, sono armonizzate. La clausola dell’Intesa non è quella forte che avevamo consegnato alla presidente Meloni, ma a formulazione nuova specifica che il Parlamento intervenga prima su un testo e poi sentire i nostri Consigli: ogni cambio, fatto salvi i livelli di autonomia, deve semmai ottenere la maggioranza assoluta del Parlamento. Rimane l’ancoraggio internazionale con l’Austria e posso in conclusione dire che questo testo rafforza sicuramente la nostra Autonomia”. A quel punto la presidente della Terza Commissione Eleonora Angeli ha dato conto del lavoro e delle deliberazioni prese dall’organismo.
Durante il dibattito Andrea de Bertolini (Pd) ha detto che “la negoziazione con Roma da parte dei due presidenti Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti è stata lunga ed è una risposta all'erosione delle competenze da parte della Corte costituzionale". I dubbi riguardano una marcata esplicitazione di una contrapposizione che definirei muscolare. I Consigli provinciali e regionale non hanno preso parte ad una sorta di trattativa privata: il nostro ruolo è meramente di ratificazione. Il nostro giudizio è favorevole ma con delle osservazioni”. Bernhard Zimmerhofer (Süd Tiroler Freiheit) ha detto che oggi l’Europa si trova in una posizione marginale e non riesce ad accogliere le sfide in senso federalista. Lucia Coppola (Verdi) ha criticato le trattative riservate su questa riforma, sottolineando che lo Statuto attribuisce ai Consigli provinciali e al Consiglio regionale il diritto d'iniziativa per le modifiche dell'autonomia. Ha richiamato l’attenzione sulla clausola del miglior favore, che non ha portato a risultati concreti, così come sui convenuti per l’autonomia, i cui esiti non sono stati presi in considerazione. La riforma proposta ripristina alcune competenze perdute, ma introduce anche nuove competenze aggiuntive. Alcune di queste novità sono da considerarsi critiche, ad esempio nel settore dell’energia, dove la Provincia sarebbe al tempo stesso parte e arbitro.
Brigitte Foppa (Verdi) ha detto, in premessa, “di essere preoccupata per la piega che stanno prendendo i rapporti politici con Fratelli d'Italia". Sul testo di legge ha osservato che cambiano le regole per comporre la giunta provinciale a Bolzano, ma che si augurebbe per questo una maggioranza dei due terzi. L’esponente verde ha osservato che si rischiano in futuro conflitti di interesse in tema ambientale e che servono dunque leggi valide. Chiara Maule (Campobase) ha detto che l’aula è chiamata ad un lavoro di sintesi e che lo Statuto rappresenta le fondamenta dell’Autonomia. Serve un approccio dinamico per mantenerlo vivo. La segretezza sulle trattative ha coinciso con una sorta di equilibrismo sulla trattativa, il Consiglio non è stato coinvolto. il risultato è al ribasso, non c’è l’Intesa, un principio che doveva essere storico”.
Hannes Rabensteiner (Süd Tiroler Freiheit) Ha definito la riforma un cavallo di Troia e un indebolimento dei diritti delle minoranze. È stato detto che si trattava di un compromesso, per il quale bisognava anche concedere qualcosa. L'Alto Adige ha dovuto concedere qualcosa che il Trentino non ha dovuto concedere. Si tratta di un diritto sancito della minoranza, ma delle novità beneficia solo il gruppo etnico italiano in Alto Adige. Francesco Valduga (Campobase) ha criticato sia il metodo che il contenuto che hanno contraddistinto il testo di legge. “Si è trattato di un intervento poco più che cosmetico, con dei passaggi che possiamo definire atti dovuti. Obiettivamente la vera novità riguarda la comunità italiana del Sud Tirolo. qui si sostanzia l’impegno del governo Meloni. Troppo poco per definirlo autonomista. Il banco di prova è quello dell’Intesa. Ci sono miglioramenti ma non è un terzo Statuto”.
Sven Knoll (Süd Tiroler Freiheit) ha detto “che il governo di Roma non è davvero autonomista, ma ora prendiamo atto come la Svp sia diventata un partito italiano. In questa legge ci sono cambiamenti che in passato su sponda altoatesina non erano mai stati presi in considerazione. Vedo una rinuncia della difesa delle minoranze”. Michele Malfer (Campobase) ha osservato che si tratta comunque di un momento importante del nostro percorso istituzionale. Il processo non è stato all’altezza delle aspettative. Si è trattato di un processo di manutenzione utile ma non risolutivo. Sarebbe comunque ingeneroso non riconoscerne i meriti. Manca però una visione sistemica. Renate Holzeisen (Vita Noi Cittadini) ha detto che “si è parlato di un presunto ampliamento dell’Autonomia. Ma in realtà i cittadini non sanno che molte competenze sono trasferite alla Ue. Quindi di cosa stiamo parlando? C’è un conflitto di interesse con una Ue pilotata da poteri globalizzati”. Luis Walcher (Svp) ha osservato come il testo sia stato esaminato con attenzione nelle ultime settimane. In origine tutte le competenze era gestite a Trento, in lingua italiana. Il Secondo statuto del 72 ha dato le competenze alle due Province che ora collaborano in modo molto produttivo. Le modifiche di cui stiamo discutendo daranno diversi benefici, penso ai temi dell’ambiente, della gestione della fauna selvatica. Si tratta di un’occasione che dobbiamo sfruttare”.
Stefania Segnana (Lega) ha detto, a sua volta, di voler ringraziare i presidenti delle Province Fugatti e Kompatscher e quella della Terza Commissione Angeli per la mole di lavoro svolto. Si tratta di un adeguamento necessario, riconosciuto anche dalla professoressa Daria de Pretis, già vicepresidente dell’Alta Corte. Ha parlato di cambiamenti sostanziali su temi importanti. Ma anche di protezione del nostro Statuto. inserendo il termine esclusiva in talune competenze. L’Autonomia è stata messa in sicurezza anche rispetto ai governi che verranno. Dopo la riforma del Titolo V troppe nostre leggi erano state impugnate da Roma. Si era rimasti fermi per quasi 25 anni”. La seduta riprenderà nel pomeriggio.
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seduta del Consiglio Regionale del 14.05.2025
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Seduta del Consiglio Regionale del 14.05.2025