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Comunicati stampa

Ad aprile la mozione sul raccordo tra Trento e Bolzano per lo Statuto

La mozione n.34 tornerà in aula ad aprile. Si cerca la massima condivisione sul testo che affidava il coordinamento tra Convenzione e Consulta per la revisione dello Statuto. Il Presidente Rossi relazione in aula sulla questione dei confini e dei profughi. Approvata la mozione che chiede di valutare un rafforzamento dei trasporti ferroviari tra Trento e Bolzano con una terza rotaia

Nel pomeriggio, dopo che nella mattina i lavori erano stati sospesi per una riunione di maggioranza, è intervenuto sull’Ordine dei lavori il consigliere Claudio Civettini (ACT) che parlato ha parlato di “una mattinata buttata dalla finestra, perchè la maggioranza non sa cosa fare sulla mozione”. “La dialettica non va fatta in aula, ma fuori”. “Siamo una banda di pellegrini, che non sappiamo nemmeno cosa fare sull’atto più importante”. La presidente Chiara Avanzo ha quindi preso atto della richiesta di sospensione da parte del primo firmatario della mozione n.34.

I lavori sono quindi ripresi con il primo punto all’ordine del giorno, ovvero la relazione del Presidente Rossi sulla situazione determinatasi al confine con l’Austria e l’emergenza profughi. “In data 15 febbraio, ha ricordato Rossi, è stato approvato dai tre presidenti dell’Euregio un documento, una delibera, che affronta quanto stabilito dal Governo di Vienna”. Ha parlato di uno “stare assieme difficile, in questo momento, poichè la nostra comune appartenenza all’Euregio ci mette di fronte a decisioni di Stati differenti”. “L’Austria ha preso una decisione di Stato, alla luce del fatto che l’emergenza profughi ha provocato fenomeni di accoglienza molto numerosa, da parte di alcuni Stati, tra cui l’Austria stessa, e altri Stati no”. “Alla luce pertanto di queste motivazioni, in parte anche fondate, ma anche alla luce della necessità di avere posizioni comuni su questi temi, anche perchè il Brennero rappresenta un esempio di collaborazione transfrontaliera, abbiamo deliberato di chiedere ai Governi di Italia e Austria di farsi parte attiva all’interno dell’Europa di mettere in campo politiche affinchè non si debbano prendere decisioni come quelle di Vienna”. “Abbiamo chiesto di considerare che eventuali misure di contenimento dei profughi siano coordinate a livello Europeo e di studiare di comune accordo e con la partecipazione delle autorità locali misure che evitino il cosidetto effetto “collo di bottiglia”. La richiesta è stata quella, anche con il ministro Alfano, di registrare velocemente i profughi al momento del loro arrivo sul territorio nazionale, evitando quindi l’afflusso nelle aree di confine". Ha quindi parlato della necessità di rispettare l’accordo di Schengen. La delibera è stata presentata al ministero degli interni italiano e austriaco e al Presidente della Repubblica d’Austria. “Abbiamo chiesto di agire insieme, in un momento in cui è più che mai opportuno lavorare in modo comune”

Arno Kompatscher ha quindi aggiunto che occorre una sinergia tra i rappresentanti tecnici di vari organismi che cercano di attuare misure che pregiudichino il meno possibile la vita di tutti i cittadini”. Ha quindi detto che occorre agire anche a livello di A22 per tenere sempre le due corsie e non ridurle a una. Ha parlato di quanto sta venendo fatto al confine per i controlli, anche con il ripristino di caserme in disuso per l'eventuale accoglienza. Ha però detto che si è già parlato di tornare al pieno rispetto di Schengen entro un anno. “Nei prossimi giorni si terranno incontro con i rappresentanti del Governo austriaco e vi terremo informati”.

Maurizio Fugatti (LN) ha parlato di una doverosa presa di posizione : “L’Austria farà quello che ritiene più opportuno”. “Tutti in Europa stanno chiudendo i confini, il mondo sta cambiando. L’Austria sta chiudendo le frontiere e chi subirà le decisioni del Governo italiano, sarà il nostro territorio”.  “I profughi che sono in Trentino sono per lo più profughi economici. Abbiamo riempito il Trentino di gente, e gli diamo alloggio, colazione, pranzo e cena, a profughi che profughi non sono. I primi veri profughi sono solo quelli arrivati dalla Siria”. “Credo che, se emergenza dovesse arrivare e il Governo Renzi non cambia l’impostazione con cui sta affrontando la situazione, saremo noi a pagarne le conseguenze. Se, chiusa la rotta balcanica, si apre quella italiana, servirà qualcosa in più rispetto a quanto detto dal Presidente Rossi”. Alessandro Urzì (Misto) ha detto che “questo tema è il tema è quello su cui deve articolarsi il dibattito in Consiglio regionale oggi”. Ha quindi chiesto quale sia la posizione del Governo regionale sulla questione, ha chiesto quali siano le iniziative che il Governo regionale intende intraprendere. Bernhard Zimmerhofer (STF) ha parlato di nubi di tempesta sopra la regione europea. Questo è stato visto anche in occasione del recente incontro tra il LH del Tirolo Platter e il Primo Ministro della Baviera. Inoltre ha evidenziato come il blocco del confine riguarda il Nord Tirolo, mentre altri confini no, a dimostrare come l'Italia ha dato idea che farà passare i profughi, mentre altri Stati hanno combattuto contro.  Ha detto che ogni proposta di collaborazione ulteriore tra il nord e il sud Tirolo è bloccato. Per Dieter Steger (SVP) la pressione sulla UE è aumentata e questo ha portato a dispute sulla chiusura o l’apertura delle frontiere. “Un approccio coordinato consentirà di evitare l’ascesa dei governi populisti di alcuni paesi”. “Sarebbe sbagliato - ha detto - dare tutta la responsabilità all’Austria”. “Le recinzioni di confine non sono una soluzione, il problema sarà risolto solo per i vicini”. “Gli stati nazionali - ha detto - sono obsoleti. Quello di cui ha bisogno l’Europa è una politica in grado di prendersi cura delle grandi questioni, mentre il resto deve essere trasferito alle regioni e ai comuni”. “Per alleviare il problema, c’è bisogno di più controllo per le frontiere esterne dell'UE e allo status dei rifugiati, nonché di aiuto nei paesi di origine”. “Per la regione europea, questa crisi potrebbe anche essere l'occasione per far sentire una voce di contrappunto a una politica orientata a livello nazionale”. Per  Sven Knoll (STF) l’Europa è in crisi. “L’Austria vuole i controlli sul confine non come punizione per l'Alto Adige, ma perché l'Italia sta lasciando i profughi senza controllo”. “Gli hotspots sulla costa italiana o non erano fattibili o sono inefficaci”. “La recinzione al confine non fermerà l'ondata di profughi. Il governo regionale dovrebbe lavorare per garantire che l'Italia già a sud del Brennero esegue i controlli". Hans Heiss ha quindi parlato della responsabilità europea in quanto accade in Siria e in altre aree in guerra. “In Libia, dopo l’eliminazione di Gheddafi e anche in altre zone dell’Africa centrale la situazione costringe migliaia di persone ad emigrare. Tutti gli stati della rotta balcanica hanno chiuso le proprie frontiere. Ora dovranno trovare altre rotte e probabilmente dovranno passare per l’Italia. Si tratta di persone che cercano un porto sicuro, fuggendo da situazioni disastrose“. “Non vedo persone avide, che vogliono adagiarsi”. Ha quindi parlato di quanto ha fatto l’Austria per i profughi e dei movimenti politici in atto. “Non si tratta solo di un sovraccarico di profughi in Austria, ma anche di una futura costellazione politica”.  Giacomo Bezzi (LNFI) ha ricordato come il Brennero nel passato avesse rappresentato un ostacolo economico. Ha parlato del dovere di accogliere i profughi, ma non gli emigranti economici, che oggi non sarebbero più sostenibili. Per Pius Leitner (F) fino ad oggi ci sono segnali premonitori. Molto presto, secondo il consigliere dei Freiheitlichen, si faranno i controlli veri. “Già a novembre è stata istituita una task force tecnica e lo scopriamo solo ora”. “Noi abbiamo bisogno di una task force politica, ma ora non c’è”. Il problema dell’Europa è che non si è voluto inserire il terzo livello, quello delle regioni”. Ha quindi parlato della realtà che vivono le persone costrette ad emigrare nei loro paesi e della necessità della Pace. “In Trentino tra subsahariani ed asiatici, dati Cinformi, sono il 95% dei profughi”, ha detto Rodolfo Borga (ACT) “E quelli non sono profughi di guerra, ma profughi economici”. Il consigliere Borga ha parlato di fallimento delle politiche regionali e ha detto che l’umore in Germania nei confronti dei profughi è cambiato a causa della criminalità. Ha quindi detto che occorre chiedere una politica estera diversa, “perchè solo così si potrà fermare l’esodo”. Per il Consigliere Marino Simoni si tratta di un “argomento di forte preoccupazione per molti”. “Credo - ha detto - che il ragionamento vada riportato in una giusta logica di una esperienza che abbiamo vissuto e interpretato in questa terra. Una terra che ha vissuto per prima un grande fenomeno di emigrazione. Un quinto dei nostri cittadini ha lasciato la nostra terra. Molti sono usciti da una parte per cercare fortuna, ma molti hanno dovuto lasciarla perchè qui non c’era il pane, non riuscivano a dare da mangiare ai propri figli”. “Molte delle affermazioni uscite in quest’aula non sono solo scandalose, ma mi fanno accapponare la pelle”. “Molti di questi profughi trovano l’unica possibilità di sopravvivenza in questa Europa. Io sono figlio di quelle conquiste che questa Europa è riuscita a fare e quando si parla di chiudere Schengen, inorridisco”. Ha parlato di “responsabilità morale dei cittadini di questa terra” “che devono superare logiche di divisione”.

Il Presidente Ugo Rossi ha quindi ringraziato i Consiglieri per il dibattito e gli stimoli: “Ho sentito spesso le parole “risolvere il problema”. Se risolvere il problema significa pensare che esiste un posto appena a sud, a est o ovest di noi dove possa essere risolto, non è così”. “Se ci sono luoghi nel mondo dove accadono determinate cose, la soluzione del problema da cittadini europei sta nell’adottare politiche che possano aiutare queste popolazioni nel loro paese”. Riguardo alle critiche all’Euregio, ha detto che non ha sentito alcun suggerimento su come fare”. Ha quindi detto a chi parlava solo di Siria, che basta guardare su internet per scoprire che vi sono posti dove, senza una guerra dichiarata, esistono situazioni drammatiche, con guerre che vanno avanti da decenni e vi è una costante violazione dei diritti umani. “L’idea di Europa a cui si richiamava il Consigliere Simoni è un’idea di Europa che ancora non è entrata negli Stati nazionali. Faremmo un grande errore se, sull’onda di un fenomeno da gestire, sull’onda delle nostre preoccupazioni, pensassimo che questi fenomeni si possano gestire tracciando linee sulle cartine o peggio ancora chiudendo questi territori non solo da punto di vista fisico, ma soprattutto mentale”.

Punto successivo all’ordine del giorno la Mozione n. 31, presentata dai Consiglieri regionali Köllensperger, Degasperi e Foppa, per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi, congiuntamente alle Province autonome di Trento e di Bolzano, presso RFI (Rete Ferroviaria Italiana-Gruppo Ferrovie dello Stato italiane), per avviare il progetto di realizzazione del terzo binario ferroviario nella tratta Bolzano-Trento e per verificare la possibilità di finanziamento dell’elaborazione dello stesso. Il primo firmatario ha parlato di un progetto valido che va portato avanti. Di raggiungibilità ha parlato la consigliera Brigitte Foppa (Verdi) che ha parlato di incentivare il traffico locale e la raggiungibilità nelle brevi distanze. Occorre incentivare il traffico regionale, che serve ai cittadini tutti i giorni. Il Consigliere Hans Zimmerhofer (STF) ha detto che si presenterebbe ad RFI solo per chiedere la cessione delle linee all’Alto Adige. Ha detto quindi che poi si potrebbe seguire l’ esempio della Svizzera per chiedere attraverso un referendum se ampliare la rete ferroviaria. Le priorità per l’Alto Adige, ha detto, sono diverse e riguardano soprattutto la ferrovia nella bassa atesina, la zona tra Bolzano e Merano e altri interventi urgenti che andrebbero fatti. L'Assessore Giuseppe Detomas ha parlato di una valutazione complessiva della proposta di mozione “sulla quale si innestano una serie di problematiche”. “Innanzitutto la questione del tunnel del Brennero, che sposterà su quella linea il traffico merci, rendendo più agevole il transito, riducendo l’ impatto dal punto di vista ambientale e sonoro”. Ha quindi chiesto una modifica del dispositivo. I lavori sono stati sospesi per una decina di minuti. Il testo è stato quindi emendato: ad attivarsi insieme alle Province a valutare i contenuti della proposta del terzo binario nella linea ferroviaria tra Trento e Bolzano" Il testo emendato è stato approvato con 44 voti a favore, 3 contrari e 3 astenuti.

La prossima seduta del Consiglio regionale sarà il 13 aprile.