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Comunicati stampa

Legge sulle società partecipate, un altro rinvio

Prima la minoranza esce dall’aula, ma data la presenza del numero legale ha discusso a fondi gli emendamenti.

Nel pomeriggio l’aula del Consiglio regionale, dopo la doppia riunione di maggioranza e di opposizione tenutasi in tarda mattinata, ha ripreso la trattazione del disegno di legge Nr. 49 presentato dalla giunta regionale, ovvero il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.  Le trattative per una soluzione condivisa non sono andate tuttavia andate a buon fine. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha annunciato che le minoranze avevano deciso di rifiutare l’emendamento “proposto dalla maggioranza e condiviso dalla giunta regionale per favorire un accordo” - come ribadito in aula dal presidente Maurizio Fugatti - ed il consigliere verde ha rinnovato la richiesta della verifica del numero legale con l’opposizione che, a quel punto, abbandonava l’aula. Il voto trovava però numeri sufficienti nelle forze politiche rimaste al proprio posto: dunque l’articolo 1 veniva approvato, con la sola maggioranza presente in aula. Così come l’articolo 2 che incassava il voto compatto di chi era rimasto sui banchi. E a quel punto la maggioranza ritirava anche l’emendamento che doveva servire per favorire dibattito ed un possibile accordo ma rifiutato, perché considerato insufficiente, dall’opposizione. 

Alex Marini (Cinquestelle) decideva di mantenere comunque i propri emendamenti al disegno di legge e la loro discussione è diventata la successiva strategia per la minoranza per non fare approvare la legge nei termini della seduta. Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) da parte sua osservava come “l’opposizione sia composta da forze estremamente eterogenee”.

 Dello Sbarba ribadiva la propria idea che dovesse essere il Consiglio a dare delle indicazioni alle società, come l’Autobrennero, “società che dovrebbero essere tolte da una logica aziendalista”. Giorgio Tonini (Pd) ha detto che il compito delle minoranze è “quello di accendere i riflettori sulle scelte dell’esecutivo. Ed hanno il compito di fare sì che le decisioni siano prese dopo un dibattito”.

Hanspeter Staffler (Verdi) ha detto che “la proposta di Marini, nel segno della trasparenza, dovrebbe essere ovvia. Sull’A22 l’attenzione del Consiglio è sempre molto alta perché la posta in gioco è elevata”.  Franz Ploner (Team k)) ha detto di voler appoggiare l’emendamento Marini “i curricula non sono sufficienti per fare delle nomine nei cda pubblici”.

Paolo Zanella (Verdi) ribadiva che il Consiglio aveva il diritto-dovere di dare delle indicazioni sulla composizione dei cda pubblici. E rincarava: “L’emendamento presentato non è assolutamente sufficiente per noi delle opposizioni. Noi parleremo finché avremo voce per fare in modo che la legge non venga approvata in questa seduta”. Sara Ferrari (Pd) ha proseguito dicendo che l’emendamento di Marini va ad arricchire la proposta legislativa in oggetto. Sandro Repetto (Pd) ha chiesto che debbono essere chiarite quali siano le direttive culturali che la giunta intende dare per le nomine, per la scelta dei profili dei cda pubblici, fatto che deve avvenire con appositi incontri.  Paul Köllensperger (Team K) si è detto favorevole alla trasparenza nelle società pubbliche e “A22 è la principale tra queste”. Il successivo intervento era di Peter Faistnauer (La Civica) e si inseriva nel filone di quanti, anche in precedenza, chiedevano maggiore trasparenza nella scelta dei curricula per entrare nei cda di società pubbliche.

Elisabeth Rieder (Team K) ha detto che, a suo dire, “serve che i possibili membri dei cda dimostrino di avere delle determinate professionalità, meglio se con dei colloqui fatti di persona”. Lucia Coppola (Verdi) ha detto che “l’emendamento Marini consegna di avere dei pareri informati tramite i colloqui con i candidati”. Alessio Manica (Pd) ha osservato come il subemendamento del capogruppo della Lega non sia ammissibile per come è stato scritto e poi aggiungeva che l’emendamento di Marini, lodevole, entrava nel merito della selezione della classe dirigente. Alex Ploner (Team K) ha sottolineato come la pubblica amministrazione si debba circondare di persone valide, scelte in base al merito.  A quel punto Urzì chiedeva che il presidente Josef Noggler verificasse subito la possibilità di proseguire ad oltranza la seduta d’aula: per farlo serviva - è stato notato - l’unanimità dei capigruppo. Ma la consultazione veniva fissata al termine dei lavori, ovvero alle 17.30.  L’emendamento di Marini veniva infine respinto. A quel punto toccava essere messo in discussione un altro emendamento del consigliere dei Cinquestelle Marini che chiedeva di compilare un modello ai candidati delle società pubbliche con i propri intendimenti, per avere un’idea precisa. Sull’emendamento interveniva ancora tutta l’opposizione, cercando di non arrivare al voto finale: intervenivano Rieder, Alex Ploner, Faistnauer, Urzì, Staffler, Franz Ploner, Tonini, Köllensperger. Alessandro Savoi (Lega) ha chiesto che per il futuro si scrivesse nelle convocazioni dell’aula “sino al termine dell’argomento per evitare che si ottenga un nulla di fatto da riunioni scandite dalle opposizioni”.

Alle 17.30, termine fissato per la seduta pomeridiana, il presidente Noggler ha chiuso la seduta. Se ne riparlerà dunque il mese prossimo, nella tornata di maggio.